Il settore agroalimentare e del Food&Beverage è in una fase di trasformazione dettata dalla trasformazione digitale che in questi ultimi anni sta assumendo sempre più importanza.
Contemporaneamente i consumatori stanno pian piano acquisendo delle conoscenze. Sempre più informati fanno acquisti consapevoli, non più solo influenzati da spot pubblicitari, passaparola o disponibilità in negozio. Acquistano prodotti alimentari che rispettano determinati standard di sicurezza. Consumatori attenti alla filiera, da monte a valle, dei prodotti.
I consumatori vogliono sapere cosa c’è nel cibo leggendo attentamente le etichette, chi lo produce, quali sono state le precauzioni e gli standard di sicurezza che sono state effettuate e adottate sul prodotto offerto, che stanno per consumare.
Questi due fattori, trasformazione digitale e consumatore sempre più attento ed esperto, diventano fondamentali per la trasformazione e gestione della supply chain alimentare.
La supply chain alimentare “è una disciplina che ha lo scopo di ottimizzare i processi di acquisizione, gestione e distribuzione dei beni di produzione di un’azienda, con il fine ultimo di soddisfare il cliente finale”, così la definisci la Treccani. Ma entriamo più nello specifico.
La supply chain alimentare si può suddividere in diverse macro-fasi svolte dagli attori descritti qui di seguito:
- Produttore: a monte della filiera di un prodotto; con questo termine s’ intende l’azienda che concretamente produce e/o lavora la materia prima.
- Distribuzione: fase fondamentale in cui il prodotto lavorato e pronto per essere venduto al consumatore viene trasportato e portato al rivenditore.
- Rivenditore: è a valle della filiera di un prodotto; sono tutte quelle aziende (come le GDO, negozi e commercianti) che hanno acquistato il prodotto dal produttore e lo vendono al consumatore.
- Consumatore: siamo noi; tutti coloro che acquistano un bene di consumo. Con questo, apparente, piccolo gesto di acquisto, dettiamo il mercato, o per meglio dire, la richiesta del mercato alimentare.
Tracciabilità: cos’è e perché è importante
La componente che lega le macro-fasi – appena descritte – della supply chain con quei due fattori sempre più predominanti nel settore alimentare, citati all’inizio dell’articolo – trasformazione digitale e consumatore consapevole – è la tracciabilità.
La tracciabilità, in inglese è definita tracking, è quel processo che identifica, segue e gestisce un prodotto dal punto in cui si è originato, da monte della filiera, al punto di destinazione, a valle della filiera.
Questo processo è fondamentale perché, se gestito correttamente, è quello che garantisce gli standard di qualità e sicurezza richiesti dall’Efsa – Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare – e dal consumatore finale.
Si pensi a tutti quegli alimenti provenienti da tutto il mondo. È un mercato che negli ultimi anni ha subito un aumento a causa di una forte richiesta del consumatore che richiede prodotti sempre più particolari. La tracciabilità diventa fondamentale per avere certezze e garanzie che quel particolare prodotto sia di qualità e sicuro. Importante anche che una buona supply chain sia in grado di fornire questi alimenti tutto l’anno.
La tracciabilità spesso viene confusa con il termine rintracciabilità. Anche questo ultimo termine identifica un processo che fa parte della supply chain. La rintracciabilità, che in inglese è definita tracing, è esattamente il processo contrario della tracciabilità: quando si ha bisogno di risalire alle informazioni di sicurezza, qualità, produzione, lavorazione e trasporto da valle a monte della filiera.
Se è stata svolta una buona tracciabilità, il processo di rintracciabilità è rapido ed efficiente.
I problemi della supply chain

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I problemi della supply chain alimentare sono legati maggiormente alla fase di trasporto degli alimenti.
Spesso gli addetti ai lavori utilizzano sistemi software obsoleti che causano perdite di tempo e/o non essendo aggiornati non tengono in memoria informazioni che il consumatore o gli standard di sicurezza richiedono. Altre volte, invece, i trasportatori e chi gestisce il trasporto utilizzano metodi cartacei, che essendo volatili possono essere perduti o incompleti. Un problema costante, invece, resta l’errore umano.
La mancata o erronea tracciabilità provoca perdite e sprechi alimentari. Questo influisce negativamente sulla sicurezza alimentare, sull’economia e sulla sostenibilità.
Lo scarto e la perdita di alimenti possono diminuire la quantità di alimenti offerti sul mercato e ciò causa un aumento dei prezzi degli stessi.
Caso inverso, invece, se un prodotto peggiora fino al punto in cui deve essere venduto ad un prezzo basso, agli occhi del consumatore risulterà un prodotto di “scarsa qualità” e influirà sul sostentamento e benessere dei produttori di quello stesso prodotto.
Una supply chain gestita in modo scorretto provoca prezzi più levati, alimenti di scarsa di qualità se non addirittura intossicazione alimentare.
Un altro problema della supply chain è quella della mancata o scarsa comunicazione dei dati e informazioni. Una mancata gestione integrata delle informazioni tra gli attori della supply chain provoca ritardi nella fase della tracciabilità e rintracciabilità di un prodotto.
2 soluzioni per la supply chain alimentare
Blockchain
Per risolvere i problemi sopra descritti bisogna rinforzare e investire nel processo e nelle fasi di trasporto.
Poiché ogni fase della supply chain influisce a cascata una sull’altra è essenziale ridurre gli errori in quella fase che unisce gli attori della supply chain, per evitare costi elevati, inefficienze e sprechi alimentari.
Una soluzione è la blockchain. Qui entra in gioca la transizione digitale che abbiamo menzionato all’inizio del nostro articolo.
Molte aziende ormai stanno utilizzando questa tecnologia per la tracciabilità dei prodotti alimentari. La blockchain ha una struttura dati condivisa e immutabile, consultabile da tutti gli attori coinvolti. La sua forza è data dal fatto che i dati non possono essere modificati e questo garantisce una validità e sicurezza del dato.
La blockchain è un’opportunità per migliorare i processi di tracciabilità integrata e per rispondere alle particolari e sempre più attente richieste del consumatore finale, ma anche degli addetti ai lavori per il controllo della qualità.
La blockchain diventa fondamentale per capire la provenienza di un alimento cosicché un’azienda può garantire una maggiore trasparenza sulla qualità dei propri prodotti.
Cold chain controllata
Un’altra soluzione per ridurre gli sprechi e migliorare il trasporto è svolgere una buona catena del freddo, in inglese chiamata cold chain, se controllata e monitorata permette di evitare sprechi alimentari.
In commercio esistono alcuni strumenti che permettono di tenere controllata la temperatura delle celle frigorifere durante il trasporto. Ad esempio FROSTED, che grazie all’app integrata avvisa il trasportatore o il produttore nel caso in cui gli alimenti stiano subendo un cambio o sbalzo di temperatura durante il trasporto. Così facendo il trasportatore può intervenire subito ed evitare lo shock termico che può subire e rovinare l’alimento. Questo strumento innovativo è in grado di prevenire e intervenire sulle condizioni del trasporto affinché si mantengano alti gli standard di sicurezza e qualità degli alimenti.
I benefici di una supply chain ottimizzata nel settore alimentare
La supply chain alimentare non è mai stata così complessa. La domanda è aumentata e richiede sempre cose più particolari ma soprattutto la clientela è diventata più esperta ed attenta nel selezionare gli alimenti.
Gli addetti al lavoro della supply chain stanno sviluppando e personalizzando nuove tecniche per garantire supporto, qualità e competenza nella gestione operativa sia nel breve che nel lungo periodo.
La trasformazione digitale sta dimostrando che grazie alle tecnologie si possono migliorare alcuni aspetti e prestazione per rispondere nel migliore dei modi alle richieste degli standard di qualità e sicurezza.
Tutte queste accortezze che si possono applicare alla supply chain in fase di trasporto hanno come conseguenza quella di fidelizzare il consumatore.
La gestione della supply chain oltre a fornire informazioni e dati all’intera filiera alimentare è in grado di raggiungere il singolo individuo, il consumatore finale. Questa è un’occasione unica per i produttori di fidelizzare i clienti e fornirgli le informazioni che richiede, relative ai prodotti che consuma. È un’occasione per i produttori di instaurare un rapporto con la clientela: mostrandosi pronti, trasparenti e sicuri.
Una supply chain ottimizzata, che rispetta i livelli di sicurezza e implementa nuove tecnologie innovative come la blockchain, è in grado di creare e garantire un nuovo concetto di fiducia che si instaura tra produttore e consumatore.